Questa mattina gli studenti della classe quinta Liceo Scientifico e quinta Arti Figurative hanno avuto l’opportunità di incontrare, su iniziativa dei professori Redaelli e Ferrario, Massimo Baldi, studioso di economia, responsabile del settore finanziario presso la banca IMI e autore del libro Una libbra di carne. La crisi del debito pubblico e il patto tra le generazioni.
Di seguito, la traccia del relatore che, attraverso un’analisi interdisciplinare fra economia, politica ed etica, ha inteso spiegare agli studenti le dinamiche del debito pubblico e avviare una riflessione sui concetti di responsabilità e giustizia nel rapporto tra generazioni.
DEBITO PUBBLICO E GIUSTIZIA INTERGENERAZIONALE
- La finanza pubblica: ragioni e modalità dell’intervento dello Stato
Le ragioni dell’intervento pubblico: market failure e redistribuzione; le caratteristiche della spesa: protective (sicurezza), productive (infrastrutture) e welfare (trasferimenti); il profilo intertemporale della spesa: consumi vs investimenti; il finanziamento della spesa pubblica: tassazione, debito, moneta; debito pubblico come tassazione differita: dimensione intergenerazionale della finanza pubblica; paradigmi di politica economica: welfare economics (Stato come “despota benevolo”) vs public choice (Stato come insieme di procedure di scelta collettiva).
- Il debito pubblico come “political failure”: scelta collettiva e ingiustizia intergenerazionale
Modalità della decisione collettiva: maggioranza vs unanimità; decisione a maggioranza: il problema della coercizione e dell’esternalità negativa; spesa pubblica e ingiustizia intra-generazionale: benefici privati vs costi collettivi; debito pubblico come esternalità negativa: la generazione attuale delibera spese correnti e rinvia i costi alle generazioni future; debito pubblico come eredità negativa: erosione dello stock di capitale (capacità produttiva) a disposizione delle generazioni future; ingiustizia inter-generazionale: le generazioni future hanno diritti ma non hanno rappresentanti (no taxation without representation); esse ereditano l’obbligo di pagare le tasse come parte del “contratto” di cittadinanza; la trappola del debito è connaturata alla competizione elettorale: principio di irresponsabilità come risposta razionale dei politici alle domande dell’elettorato.
- Esistono vincoli all’irresponsabilità della generazione corrente?
Legge del mercato: la sostenibilità del debito (capacità di pagamento futuro) è necessaria per attrarre gli investitori, ma i mercati finanziari esercitano un controllo imperfetto e tardivo; legge costituzionale: stabilisce le regole del gioco politico su un orizzonte di lungo termine, in condizioni di incertezza che favoriscono scelte imparziali (contrattualismo); vincoli costituzionali e precommitment: Ulisse e le sirene (Jon Elster); vincolo di pareggio di bilancio o golden rule (il debito può finanziare solo spesa per investimenti): non è una misura tecnica ma politica, limita la libertà per tutelare le condizioni di possibilità della libertà (spazio politico delle generazioni future).
- Cosa può spingere la generazione corrente a limitare la propria discrezionalità?
Self-interest (razionalità strategica): non esistono le condizioni per una negoziazione intergenerazionale, la minaccia di ritorsione delle generazioni future è debole; solidarietà familiare: non si traduce in una legge generale ma nella soluzione privatistica dell’eredità (che non garantisce la giustizia intra-generazionale); la demografia sfavorisce gli interessi delle generazioni future; responsabilità morale verso le generazioni future: nel caso del debito pubblico “rules cannot substitute for morals”; dal contratto sociale al patto fra le generazioni: spazio di trascendenza politica rispetto al gioco degli interessi e ai legami di sangue; il patto (foedus) e la fiducia reciproca (fides): razionalità (self-interest) e ragionevolezza (senso di giustizia); John Rawls: la società come “equo sistema di cooperazione da una generazione all’altra”; il principio di giusto risparmio e l’imperativo categorico kantiano; Jacques Derrida: la giustizia come dono e il superamento dell’orizzonte presente (“occorre donare il tempo che non c’è”).